Molecole

(4. <=) Uno dei punti salienti della nostra trattazione è che il sottofondo possa far emergere elementi di vera materia (o antimateria). Detti oggetti sono anch’essi di natura elettromagnetica. L’ipotesi succesiva è di ritenere che tali configurazioni possano significativamente incidere sull’evoluzione dei fenomeni elettromagnetici nel loro intorno. La proprietà non si manifesta solo attraverso la trasmissione della carica stazionaria del nucleo atomico, nel nostro caso composto da un congruo numero di particelle elementari (in prevalenza protoni), a loro volta realizzate tramite fotoni intrappolati in geometrie toroidali. Abbiamo in effetti qualcosa di più strutturato. A seconda del tipo di nucleo preso in considerazione, l’informazione presenta una dinamica che induce il sottofondo ad assumere complesse configurazioni, riproducentisi nel tempo seguendo schemi specifici. Il nucleo, grazie all’intensa attività elettrodinamica presente al suo bordo, trasferisce tutti i requisiti per costruire l’intero atomo, senza richiedere la diretta partecipazione degli elettroni. Questi ultimi trovano posto in specifiche zone nelle quali è realizzato un corretto bilancio tra forze elettriche e magnetiche. Dunque, nel nostro modello di atomo, non è necessario richiedere che gli elettroni ruotino intorno al nucleo. Queste ipotesi anticonformiste permettono di spiegare mediante gli strumenti della fisica classica il funzionamento di atomi e molecole, senza ricorrere agli assiomi astratti della meccanica quantistica. Con questo non si vuole affermare che i fenomeni di tipo quantistico non esistano. Si vuole solo constatare che essi hanno un’origine di tipo deterministico.

(4. <=) One of the crucial points of our discussion is that the background can bring out elements of real matter (or anti-matter). These objects are also electromagnetic in nature. The next hypothesis is to believe that these configurations can significantly affect the evolution of electromagnetic phenomena in their surroundings. The property does not show itself only through the transmission of the stationary charge of the atomic nucleus, in our case composed of a certain number of elementary particles (mainly protons), in turn created by photons trapped in toroidal geometries. We actually have something more structured. Depending on the type of nucleus taken into consideration, the information presents a dynamic which induces the background to assume complex configurations, reproducing over time and following specific patterns. The nucleus, thanks to the intense electrodynamic activity present at its boundary, transfers all the requisites for building the entire atom, without requiring a direct participation of the electrons. The latter find their place in specific areas in which the correct balance between electric and magnetic forces is achieved. Thus, in our model of the atom, it is not necessary to ask the electrons to revolve around the nucleus. These nonconformist hypotheses make it possible to explain the functioning of atoms and molecules using classical physics tools, without resorting to the abstract axioms of quantum mechanics. This is not to say that quantum phenomena do not exist. We just want to assert that they have an origin of deterministic type.

L’atomo del modello di Bohr prevede che gli elettroni ruotino intorno al nucleo lungo orbite prestabilite. Questa condizione è di difficile realizzabilità già in atomi lievemente complessi. I salti energetici tra un’orbita ed un’altra vengono colmati attraverso l’emissione o l’assorbimento di fotoni. Il meccanismo è malamente spiegato in termini elettrodinamici facendo riferimento a presunte proprietà di particelle cariche in accelerazione. La meccanica quantistica offre un’intrepretazione dogmatica, in grado di quantificare gli effetti e di fornire strumenti pratici per le applicazioni. Non è tuttavia capace di entrare nei particolari costruttivi di tali fenomeni, asserendo in certi casi che le nostre capacità di comprensione della struttura atomica non possano andare oltre le leggi assiomatiche. La nostra versione dei fatti si basa essenzialmente sul comportamento del sottofondo elettromagnetico. I fotoni che vengono emessi quando un atomo è eccitato sono già presenti dall’inizio. Costituiscono il complesso sistema circolante all’esterno del nucleo, le cui caratteristiche sono profondamente legate alla conformazione del nucleo stesso. Carbonio e Ossigeno, ad esempio, non differiscono solo per i nuclei di diversa massa e carica. Ciascuno di essi è circondato da una nube elettromagnetica ben strutturata, la quale stabilisce a priori le condizioni favorevoli al posizionamento degli elettroni. Anche se gli elettroni non sono perfettamente immobili, essi tuttavia non circolano intorno al nucleo. Sono invece i fotoni intrappolati (e posti a formare diversi strati) che si evolvono a velocità paragonabili a quella della luce. Se, a causa di sollecitazioni esterne, parte di tale rivestimento viene ‘liberato’, esso si propaga come radiazione elettromagnetica allontandosi dall’atomo. Le equazioni differenziali che regolano il fenomeno sono le stesse che modellizzano tutto il sottofondo. Esse difatti valgono sia per le onde che si propagano seguendo le leggi dell’ottica geometrica, sia per soluzioni associate a vortici ad anello. I campi magnetici presenti all’interno dell’atomo appartengono automaticamente al rivestimento elettromagnetico attorno al nucleo, e non sono quindi dovuti alla rotazione degli elettroni con carica negativa.

The atom in Bohr’s model predicts that electrons revolve around the nucleus in predetermined orbits. This condition is difficult to achieve even in slightly complex atoms. The energy leaps between one orbit and another are bridged through the emission or absorption of photons. The mechanism is poorly explained in electrodynamic terms by referring to the supposed properties of accelerated charged particles. Quantum mechanics offers a dogmatic interpretation, capable of quantifying effects and providing practical tools for applications. However, it is not capable of entering into the constructive details of these phenomena, asserting in certain cases that our ability to understand the atomic structure cannot go beyond the axiomatic laws. Our version is essentially based on the behavior of the electromagnetic background. The photons that are emitted when an atom is excited are already there from the very beginning. They constitute the complex system circulating outside the nucleus, whose characteristics are deeply linked to the conformation of the nucleus itself. Carbon and Oxygen, for instance, do not just differ in nuclei of different masses and charges. Each of them is surrounded by a well-structured electromagnetic cloud, which establishes a priori the conditions favorable to the positioning of the electrons. Even if the electrons are not perfectly still, they do not circulate however around the nucleus. The trapped photons (arranged to form several layers) evolve instead at speeds comparable to that of light. If, due to external stresses, part of this covering is ‘freed’, it propagates as an electromagnetic radiation moving away from the atom. The differential equations that rule the phenomenon are the same ones that model the whole background. Indeed, they are valid for waves that travel following the laws of geometrical optics, as well as for solutions associated with vortex rings. The magnetic fields present inside the atom automatically belong to the electromagnetic coating covering the nucleus and are therefore not due to the rotation of negatively charged electrons.

Nel contesto sopra esaminato, un atomo consiste dunque in una sorta di palla piena i cui limiti (raggio di van der Walls) sono definiti dalla presenza degli elettroni, localizzati in aree dove l’attrazione Coulombiana del nucleo è compensata dall’azione dei corrispettivi campi magnetici. Interazioni di tipo magnetico non consentono agli elettroni di avvicinarsi ai nuclei al di sotto di certe distanze. Gli elettroni si possono presentare con un’orientazione diversa degli spin, rimanendo all’interno delle regole stabilite dal principio di esclusione di Pauli. Equazioni del tipo di quella di Schroedinger continuano a valere, pur presentando soluzioni sostanzialmente diverse nel loro significato. Esse descrivono difatti la geometria dei gusci che circondano il nucleo, e non più la densità di distribuzione degli elettroni. Anche se la raffigurazione proposta non segue i canoni comunemente accettati, nella pratica non stiamo cambiando nulla. Il guadagno consiste nel fatto che il nuovo modello atomico è molto più accessibile alla comprensione e propone una descrizione che riteniamo più veritiera della realtà. L’atomo è una congegno dinamico le cui parti mobili non sono quelle massive. Queste ultime formano un’impalcatura quasi stazionaria dentro e attorno alla quale circolano fotoni in vorticoso cammino. La costruzione delle molecole avviene seguendo un simile procedimento. Esse si cercano e si assemblano usando il sottofondo elettromagnetico come mezzo di comunicazione. Il meccanismo di accoppiamento segue le note leggi della chimica le quali stabiliscono la compatibilità fra i vari elementi. La vera novità è che la molecola così formata è un’entità che non rappresenta la banale somma degli atomi che la compongono (rimandiamo anche alle osservazioni fatte alla fine di QUESTA pagina). Ciò è vero solo per quanto riguarda gli elementi massivi (nuclei ed elettroni). La circolazione elettromagnetica all’interno della struttura molecolare si adatta alla nuova geometria dando luogo a cammini alternativi che allacciano un atomo all’altro. A causa dei vincoli sulla velocità, più i cammini sono estesi e più è bassa la frequenza coinvolta. La disintegrazione di una molecola non si riduce alla sola scissione in molecole di minori dimensioni. E’ un processo che distrugge dei legami costituiti da fotoni che abbracciano gruppi di atomi, obbligandoli a trovare diverse connessioni o a disperdersi nell’ambiente sotto forma di energia libera. I fotoni espulsi non portano con sé una nozione di frequenza. L’informazione riguarda solamente l’energia, che è tuttavia riminescente della frequenza che aveva il fotone quando circolava all’interno della struttura a cui apparteneva. Questo spiega anche perché oggetti a mano a mano più grandi in dimensioni emettono fotoni di energia più bassa. Il ribollio dei campi elettromagnetici all’interno di una struttura più o meno complessa si estende, con meno vigore, anche all’esterno della struttura stessa. Ogni oggetto è quindi circondato da un tenue alone che permette in circostanze opportune di far notate la sua presenza. (=>6.)

In the context examined so far, an atom consists of a sort of solid ball whose limits (van der Walls radius) are defined by the presence of the electrons, located in areas where the Coulomb’s attraction of the nucleus is compensated by the action of the reciprocal magnetic fields. Magnetic type interactions do not allow electrons to approach nuclei below certain distances. The electrons can appear with different spin orientation, remaining within the rules established by Pauli’s exclusion principle. Equations of Schrodinger type continue to hold, even if they present solutions that are substantially different in their meaning. They describe in fact the geometry of the shells surrounding the nucleus, and no longer the distribution density of the electrons. Even if the proposed representation does not follow the commonly accepted canons, in practice we are not changing anything. The gain lies in the fact that the new atomic model is much more accessible to understanding and offers a description of the reality that we believe is more truthful. The atom is a dynamic device whose moving parts are not the massive ones. These latter form an almost stationary scaffold in and around which photons circulate along whirling paths. The construction of the molecules takes place following a similar procedure. They seek each other out and assemble themselves using the electromagnetic background as a means of communication. The coupling mechanism follows the known laws of chemistry which establish the compatibility between the various elements. The real novelty is that the molecule thus formed is an entity that does not represent the trivial sum of the component atoms (we also refer to the comments made at the end of THIS page). This is true only for the massive elements (nuclei and electrons). The electromagnetic circulation inside the molecular structure follows a new geometry, giving rise to alternative paths that bind atoms together. Due to speed constraints, the longer the paths, the lower the frequency involved. The disintegration of a molecule is not reduced to the splitting into smaller molecules. It is a process that destroys bonds made up of photons that embrace groups of atoms, forcing them to find different connections or to disperse in the environment under the form of free energy. The ejected photons do not carry with them any notion of frequency. The information concerns only the energy, which however is reminiscent of the frequency that the photon had before, when it was circulating within the structure to which it belonged. This also explains why increasingly larger objects emit photons of lower energy. The electromagnetic fields, bubbling inside a more or less complex structure, extend with less stenght also outside the structure itself. Each object is therefore surrounded by a faint halo which allows its presence to be noticed in appropriate circumstances. (=>6.)

MORE INSIGHT AND COMMENTS

I commenti sono chiusi.